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E SE IL NOSTRO UNIVERSO FOSSE SOLO UNO DEI TANTI?
di Sergio Ragaini

Multiverso: infiniti mondi possibili

Spesso, la scienza oggi si pone il problema dei confini dell'universo, chiedendosi se il nostro sia o meno limitato. Ma il problema potrebbe essere ben più vasto: e se il nostro universo fosse solo uno dei tanti possibili? E se vi fossero infiniti universi simili al nostro, o solo leggermente differenti? Domande alla quale la scienza di oggi sta cercando di dare delle risposte. Con formulazioni rigorosamente matematiche. Iniziamo un viaggio, forse, ai confini dell'impossibile!

copertina 600x300Multiverso: si tratta di una possibilità (di cui avevo già parlato in un articolo in passato) che ormai la Scienza sta sempre di più indicando come vera, che questo Universo in cui viviamo non sia l’unico possibile. Ma ve ne siano molti altri. Che stanno avvenendo in parallelo al nostro attuale, nello stesso istante. Universi forse molto diversi da questo, con regole e strutture, con leggi fisiche, magari invertite. Oppure molto simili, addirittura coincidenti o quasi Il considerare un Multiverso getta nuova luce sulla nostra comprensione della vita stessa. E su quello che siamo davvero. Aprendo nuove modalità di essere e di percepire.

Il paradosso del gatto
Karl-Schwattzschild-01L’idea di Multiverso non è così nuova, nell’uomo. Forse possiamo farla risalire, in epoca moderna, al fisico Karl Schwartzschild (1873 – 1916), il quale ha dimostrato, matematicamente, i cosiddetti Wormholes intra-universo, che presero proprio il suo nome. Questo sarebbero in grado di mettere in comunicazione universi differenti.
Da quanto Schwatzschild (foto a sin.) afferma, quindi, si parla di Universi che coesistono simultaneamente. Il problema potrebbe essere, a questo punto, capire come e dove, nel senso di dove sono collocati e come si comporterebbero. E soprattutto, se in qualche modo siamo in grado di generarli simultaneamente.
La fisica moderna, in questo senso, ci aiuta. Ripensiamo, ad esempio, al gatto di Schrödinger (foto a dx.), vale a dire il gatto che viene bombardato da radiazioni che, per la metà, sono per lui mortali. Nel modello classico, è evidente che il gatto rimarrà ucciso dalle radiazioni stesse. Ma questo, però, non capita nella fisica moderna, dove il gatto rimane “mezzo vivo e mezzo morto”. Questo può apparire un paradosso, così come il fatto che, se ad esempio, andiamo in un luogo 7 volte su 10 in treno, e le restanti 3 in aereo, siamo per il 70% in treno e per il 30 in aereo. Erwin_Schrödinger_(1933)Tutto questo ha un senso ben preciso: vale a dire il fatto che, secondo la concezione classica, il tempo ha uno scorrimento lineare: consideriamo quindi due istanti, un tempo che scorre, e linearmente si passa dall’uno all’altro.
Nella Fisica moderna, il concetto di tempo è completamente differente. Non esiste, quindi, un tempo visto in maniera lineare, ma come pacchetti di eventi possibili. Nel modello classico, quindi, abbiamo solo un evento che avviene in un certo modo. Abbiamo, quindi, uno spazio di eventi, ma poi solo uno di questi esiste: gli altri si annullano nel momento stesso in cui non avvengono. Vi è, anche in tal senso, una linearità del tempo.
Quindi, vi sono degli eventi “possibili” per noi, e solo uno di questi si avvera. Gli altri, per così dire, svaniscono. Nella fisica moderna, invece, l’evoluzione temporale non è lineare, ma sovrapposta. Prima di un evento, esistono tutti gli stati possibili dell’evento stesso. Ad esempio, se dobbiamo effettuare una gara sportiva, prima della gara questa può andare in qualsiasi modo: possiamo vincere, perdere e così via. Nella fisica classica vi è una consequenzialità di eventi: noi svolgiamo la gara, e abbiamo vinto o perso.
Supponiamo che vi sia una certa probabilità di vincere quella gara. Chiamiamola x. Nella fisica classica, dopo che la gara è stata vinta o persa, Gatto-di-Schroedinger-01non vi è nient’altro. Nella fisica moderna, invece, ci si astrae dall’evoluzione temporale: si dice, quindi, che noi abbiamo “vinto” per x e “perso” per 1-x. Come il gatto che è mezzo vivo e mezzo morto.
Questo, che appare un paradosso, è possibile se consideriamo tutto come avvenente simultaneamente. Eliminando la scansione temporale, tutto avviene in questo istante, ed è simultaneo. Il gatto quindi, in un’evoluzione simultanea, è mezzo vivo e mezzo morto nello stesso momento. Infatti, il fatto che muoia a causa delle radiazione presuppone un’evoluzione temporale. La fisica moderna, in questo caso, “cristallizza” il tempo. E il possibile diviene certo.

Il Buddha cammina al nostro fianco…
In fondo, la fisica moderna è la fisica dell’incerto per definizione. L’equazione di Schrödinger, in sostanza, definisce l’incerto come cardine della conoscenza. Nell’equazione di Schrödinger non esiste una traiettoria definita, ma solo una probabile. La cosiddetta “funzione d’onda”, infatti, è solo una probabilità di avere la particella in una certa regione dello spazio.
Se, in un modello di questo tipo, eliminiamo il tempo, o meglio lo consideriamo una sequenza di stati sovrapposti, una particella è simultaneamente in tutte le regioni dello spazio nello stesso momento. mw2(1)Se una particella ha un certo numero di probabilità di essere in un luogo, eliminando la scansione temporale, quella particella è simultaneamente in più luoghi nello stesso momento. Proprio perché la scelta di un possibile stato della particella è dipendente dal tempo, ed eliminando la variabile temporale si elimina anche la possibilità di una scelta dello stato della particella stessa.
Facciamo un altro esempio: supponiamo che io debba alzare un oggetto molto pesante. Che è difficile che io possa alzare. Mi appresto ad alzarlo. Prima di alzarlo tutto può verificarsi. Nel momento in cui lo alzo, qualcosa si verifica: posso alzarlo oppure no. Ma se eliminiamo la scansione temporale, cristallizzando l’istante e definiamo una probabilità di alzarlo, in quel momento lo sto simultaneamente alzando e non alzando, con una certa probabilità. Ecco spiegata la visione quantistica.
wormholeNella visione quantistica, quindi, tutti gli eventi avvengono simultaneamente, senza considerare il tempo come variabile. Questa visione non è così dissimile da quella spirituale del mondo buddhista: per questo mondo, infatti, in particolare per lo Zen, esiste una dimensione storica, dove vi è la dipendenza dall’elemento temporale, ed una dimensione assoluta, dove l’elemento temporale non è presente, e dove, per dirla alla Thich Nhat Hanh, il Buddha sta camminando al nostro fianco e ci tiene la mano durante la meditazione camminata. Questo, credo, è molto importante da tenere presente. In tal senso, quindi, la fisica moderna si pone nella dimensione assoluta, quella senza tempo.

Spazi astratti a infinite dimensioni
Cosa, quindi, nella fisica moderna, fa scattare l’acquisizione di un evento invece che di un altro? Non più la scansione temporale, ma l’osservazione stessa dell’evento, che, in questo caso, è un elemento aspaziale e atemporale. Un elemento, in sostanza, che esula dalle percezioni consuete e ci porta in uno spazio-tempo differente.
Gli eventi stanno avvenendo tutti simultaneamente, perché non vi è tempo. Ricordiamo che la Fisica moderna si svolge in spazi di Hilbert, vale a dire spazi astratti a infinite dimensioni, dove non vi è sempre il tempo. Inoltre, qui, le distanze sono differenti da quelle consuete. Quindi, nella meccanica quantistica, non vi è elemento temporale, ma solo una sovrapposizione di effetti, di cui noi scegliamo un effetto possibile.

Werner Heisenberg.

Werner Heisenberg.

Niels Bohr.

Niels Bohr.

La nostra osservazione, quindi, e non la scansione temporale, determina quale evento si verificherà. Infatti, secondo l’interpretazione di Copenaghen, data da Werner Heisenberg e Niels Bohr nel 1927, dopo l’osservazione il pacchetto di onde diventa una singola onda piana. Ma l’osservazione, qui, non avviene ad un determinato istante, bensì fuori dallo spazio – tempo.
Ma davvero questa osservazione distrugge il pacchetto d’onde? Oppure, come è possibile immaginare, questo pacchetto d’onde continua ad esistere? Anche se altrove?

Tutto avviene simultaneamente
Ritorniamo all’idea posta prima: nella fisica moderna la scansione temporale non è presente, nel senso che tutto avviene simultaneamente. Quindi anche l’osservazione avviene in un certo istante e da quel momento in poi il tempo comincia a esistere.
Cosa accade, comunque, se si blocca il tempo? Dove l’evoluzione di tanti stati possibili si manifesta? Da qualche parte si deve manifestare, e la risposta è: si manifesta nel parallelo.
Tornando all’esempio del gatto di Schrödinger, questo è simultaneamente vivo e morto. Ma dove è vivo e morto? Nello stesso tempo in parallelo. Il fatto che sia vivo o morto, quindi, genera nello stesso tempo due situazioni parallele quanto simultanee, in cui il gatto è vivo e morto nello stesso momento. Situazioni dove, quindi, non si può andare in orizzontale, si procede in verticale.

Polifonia: un coro di tre voci sovrapposte.

Polifonia: un coro di tre voci sovrapposte.

Per comprendere di cosa stiamo parlando, pensiamo all’armonia musicale. Una melodia si sviluppa in orizzontale, perché in avanti c’è l’elemento temporale. Nello stesso momento, però, se consideriamo, ad esempio, uno spartito per coro, abbiamo più righe sovrapposte. Che indicano le note che risuonano nello stesso istante, simultaneamente. Quindi, alla scansione orizzontale della melodia, vi è anche une verticalità, che indica, appunto, la polifonia. Quando noi pensiamo ad una musica, la pensiamo sempre accompagnata da accordi. Ogni accordo è composto da note che risuonano nello stesso momento.
Quella è la verticalità. L’elemento orizzontale è il tempo che scorre, mentre quello verticale indica le cose che stanno avvenendo in parallelo, come fossero suoni che risuonano nello stesso istante. Ecco la verticalità. Quindi, nella fisica moderna, esiste anche un elemento verticale, che indica le cose che avvengono nello stesso tempo. Il gatto vivo e morto nello stesso istante indica la verticalità di eventi sovrapposti, che non si urtano, ma bensì si armonizzano, come le note di una polifonia consonante non si urtano.
Tornando all’esempio della polifonia: esiste una polifonia consonante ed una dissonante. Quindi, forse, esistono situazioni consonanti e dissonanti. Questo lo vedremo a breve.
Ora consideriamo il modello verticale appena visto, che può essere pensato come quello di una melodia che si muove in maniera accordale o polifonica. Abbiamo visto che le note vengono suonate simultaneamente.

Le note, universi paralleli
Consideriamo ora uno spartito per coro: vi sarà la linea del soprano, quella del contralto, quella del tenore e quella del basso. Queste linee si muovono simultaneamente. Nella polifonia antica, poi, che qualcuno definisce anche “polifonia pura”, queste voci sono davvero del tutto “indipendenti”, nel senso che si muovono in maniera apparentemente diversa una dall’altra, con ritmi e modi diversi.
Sono davvero voci indipendenti, che si muovono su uno spartito come elementi che, poi, vanno a consonare. La difficoltà, per chi esegue, è proprio questa loro indipendenza, che porta queste strutture ad essere realmente diverse.

Polifonia: un esempio di verticalità musicale.

Polifonia: un esempio di verticalità musicale.

Ora, queste strutture diverse tra di loro potrebbero essere viste come eventi che avvengono nello stesso tempo, in maniera simultanea. La bellezza della musica, comunque, è proprio questa loro sincronicità, questo essere simultanei. Ma questi eventi possono essere anche sfasati: una fuga, ad esempio, è fatta di voci che si rincorrono, a distanze stabilite. Così come un canone.
Questo modello di polifonia ci fornisce un’idea di universi paralleli: si tratta, quindi, di qualcosa che avviene nello stesso tempo. Che può essere diverso, collegato, sfasato, consonante o dissonante. Questo modello ci direbbe che i vari universi interferiscono tra di loro. Anche se, considerando spartiti diversi, abbiamo linee melodiche che non interferiscono. Perché ciò accada le linee melodiche devono far parte della “stessa” melodia. In questo caso, i singoli universi sono le singole linee melodiche, che si sovrappongono, pur essendo queste “parallele”. Le linee sono parallele, mentre le singole note scritte sulle linee interferiscono tra di loro, creando polifonia. Credo che questo renda molto bene l’idea.

Quando il tempo si ferma
Abbiamo quindi compreso che l’esito di un evento è dato dall’elemento orizzontale. Se eliminiamo questo elemento, abbiamo tutti gli eventi che avvengono simultaneamente. L’osservazione prende quindi il posto della scansione temporale. È come una musica che si sviluppa soltanto in verticale, con un grandissimo tessuto armonico, molto complesso, e poca orizzontalità. In fondo, la stessa musica barocca ha poco tessuto melodico, magari poche note, e tanto tessuto contrappuntistico. Il contrappunto sono gli universi paralleli. hole_spaceConsonanti o dissonanti. La loro dipendenza o indipendenza è data dalle teorie che su di questi si sono formate negli anni. Teorie che sono riuscite a definire, in qualche modo, la struttura del multiverso. E sulle quali torneremo più in dettaglio nella prossima puntata.
Per questa volta, credo che possiamo lasciarci su questa idea di “tempo che si ferma”, e universi che si sviluppano in verticale.
Posso lasciarvi con un’immagine, relativa alle armoniche: sono quei suoni che, pur non essendo udibili, formano il suono come lo conosciamo. Possono, in un certo senso, essere inglobate nella verticalità della musica. Quindi, gli universi paralleli potrebbero essere quelle strutture che anche se non percepiamo potrebbero influenzare direttamente il nostro universo, come noi lo conosciamo.
Vi lascio con questa riflessione, dandovi appuntamento alla prossima parte di questo lavoro.                                                                                                             (1a puntata – continua)

Per saperne di più:
Per i matematici, o per le persone avvezze di matematica, il materiale specialistico in rete è molto. Ad esempio, la dispensa: http://www-dimat.unipv.it/pier/teaching/bhf.pdf chiarisce l’argomento degli Spazi di Banach e di Hilbert.
Sul Gatto di Schrödinger il rete si trova diverso materiale. Si può ad esempio leggere il breve articolo su Focus: http://www.focus.it/scienza/scienze/cosa-e-il-paradosso-di-schroedinger
oppure sempre su Focus: http://www.focus.it/scienza/scienze/meccanica-quantistica-il-gatto-di-schrodinger-357159.
Un video divertente sull’argomento è all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=EjKxSOr5x_E.

 

di  - mercoledì 13 luglio 2016
 


 

 

 

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